L’uomo si distingue da qualsivoglia altra forma di vita
conosciuta sulla Terra, per la capacità di ragionare.
Quelle facoltà cognitive complesse che fondano l’Arte e la
creatività in generale, il potere di penetrare il sapere e scrivere nuova
inconfutata scienza, i sentimenti che avvicinano o allontanano l’uomo dai suoi
simili, sono tutti connotati innati che qualificano in siffatta guisa
miracolosa la Creazione.
In questo mio lavoro avrei
voluto esprimere al meglio la visione del Tutto, di un Tutto organico e
interconnesso da quella linea rossa che collega insieme macrocosmo e microcosmo
filosofico: la Conoscenza in tutte le sue forme, caratteristiche e particolarità
nell’interpretazione che ne dà l’uomo, esprimendo così al meglio la mia
devozione all’analisi del reale ed all’approfondita euristica filosofica sulla
natura delle cose.
Ma pur mi rendo conto che
non posso che limitarmi (auspicando che sia solo in via temporanea) a quelle
frammentarie intuizioni che mi colgono all’improvviso e mi disarmano ed
inibiscono da qualsivoglia attività fintantoché non siano state messe su
qualsivoglia piattaforma per iscritto.
Ciò si spiega dal fatto che l’idea di questo
scritto sorge né più né meno da una iniziativa su un noto Social Network,
curata da me stesso e che solo marginalmente ha conosciuto forme di redazione
tradizionali.
Dovendo quindi rinunciare
per il momento a redigere una Enciclopedia della filosofia, consacro in questo
piccolo libretto quanto io abbia potuto maturare negli ultimi anni del mio
primo ventennio di vita.
Si tratta di sparsi e non
sempre connessi Pensieri, di più o
meno estesa dimensione, con nessuna pretesa se non quella di suggerire nuovi
punti di osservazione della realtà, oppure evidenziare visioni già esistenti ma
poco prese in considerazione, oltre a lasciare una testimonianza delle idee che
mi hanno condotto a scrivere “Il Codice
della Chitarra”, il “Vade-Mecum
dell’Orchestra Riviera dei Ciclopi”, “Ritmica-Mente”,
nonché ad organizzare l’ufficio di Mediazione dell’Orchestra della quale ho
avuto l’onore di redigerne il primo Regolamento interno, ed organizzare i vari
Corsi di Chitarra e Basso nelle località limitrofe: trattasi di quegli aforismi
che stanno alla base della mia filosofia (intesa qui come modo di relazionarmi
ed atteggiarmi col prossimo) e del mio procedere etico.
Ciascuna mia attività, dal
lavoro al diletto allo studio, ha alle spalle un approccio che non può che
derivare dal mio modo di pensare, che è quello che in definitiva pongo in
questo mio primo tentativo di composizione filosofica, che emula grandemente
quei precedenti storici di raccolte di aforismi e massime.
In larga parte questo
scritto costituisce il “retroterra” di quanto io abbia già avuto modo di
trattare ne “Il Manifesto Sofiocratico”,
con riferimento al governo della Conoscenza: un minuto panphlet di utopia politica, corredato dalla bramosia di una
eunomia fondata sullo scibile esasperato.
Dire la propria è un diritto
di ciascuno, se ciò non lede i diritti altrui; e se dire la propria può aiutare
obiettivamente il prossimo, perché astenersi dal farlo? Le grandi teorie o le
importanti scoperte sorgono da inedite intuizioni che possono anche apparire ictu oculi come prive di fondamento,
senso o ragionevolezza: la Storia ne è piena di esempi in ambito scientifico,
fino alle più recentissime scoperte.
Gli economisti dicono che
far qualcosa, anche seppur minima, è sempre meglio di non far nulla; e la mia
comprovata repulsione verso l’ozio non può che accogliere in pienezza questo
tipo di pensiero.
Ciò si unisce al mio
profondo amore verso la filosofia che già cogliendomi a livello scolastico nel
triennio del Liceo Scientifico, mi ha irrorato di nuova luce a livello
accademico nei primi studi di Giurisprudenza, e proprio per questo ringrazio i
miei Maestri che con estrema lucidità mi hanno indirizzato verso la via della
ricerca: Prof. Salvatore Bruno e Prof. Salvatore Amato.
Può quindi il mio pensiero
essere largamente influenzato dalla filosofia classica greca e tedesca, come
anche quella teoretica e quella giuridica, che non esita a tentare delle
incursioni nella teoria economica.
Ho forzato con questa
disciplina miei scritti precedenti, conferendo un tocco filosofico nelle rime
di “Versi Antichi e Rime Nuove”, nel
Capitolo V del Libro I di “Xiphonia – La
nascita di Akis”, e nelle inapplicabili teorie del “Manifesto Sofiocratico” (come già detto sopra).
Palese è pure l’osmosi
filosofica di questo libello col mio primo tentativo informatico di filosofare
nel blog “Libero Pensiero”.
Credo che sia giunto il
momento di occuparmi ora, in forma di Commentario ai Pensieri, di sola filosofia in questo scritto, tentando la
ricercata coerenza tematica che inseguo ormai da tempo, e che non poco ho
trascurato, ribadendo che non è stata di facile realizzazione la
omogeneizzazione di siffatte tracce, apparendo più che altro l’intera opera come
un’amalgama musiva.
Auguro quindi una buona
lettura al caro lettore di questo libello, con l’auspicio che sia questo per
egli una feconda sorgente di ispirazione del proprio agire.
Graziano
D’Urso
Mercoledì
4 Luglio 2012
Già in un precedente tentativo di realizzare un opera
dal medesimo tema mi trovai a dover affrontare il quesito di come strutturare
il testo e come conciliare i diversi pensieri. Ecco qui di seguito
l’introduzione dello scritto inedito “Interpretazione e libero pensiero”: Mi capita talvolta di trovarmi in uno stato
di distrazione dalle mie regolari mansioni tale che non riesco a compiere
correttamente e diligentemente i miei compiti ed i miei lavori se prima non
metto giù su carta ciò che penso, e conferisco corposità e materialità alle mie
idee.
Forse penso
troppo, forse mi lascio distrarre facilmente, ma mi capita troppo spesso di
vedere uno spaccato del mondo relativamente nuovo o che comunque non abbia mai
preso realmente in considerazione, e sento poi la violenta necessità di
analizzare la mia visione con molta più attenzione e precisione scrivendo.
Questa
raccolta saggistica consiste nel mio primo tentativo di costituire un corpo
unitario del mio pensiero e della mia interpretazione del mondo, e dei suoi
elementi costitutivi, anche i più piccoli, anche se il lavoro qui presentato è
decisamente eterogeneo: sono presenti saggi relativamente a temi come la
musica, l’arte, la politica, l’amore, la letteratura, la poesia, etc.
L’inconciliabilità
dei temi fra essi è tale da non poter essere degna questa raccolta da potersi
considerare opera filosofica.
Una volta
compreso perché il titolo di questa raccolta prende il nome di
“Interpretazione”, è facile dedurre perché si chiami anche “Libero pensiero”:
le mie trattazioni rielaborano liberamente argomenti già lavorati per bene dai
più grandi studiosi della storia, dei quali sono nate spesso scuole di pensiero
anche contrastanti, e se per taluni argomenti ho voluto dire “la mia”, per
altri ho voluto costituire nuovi fuochi, nuovi punti di vista, e magari, perché
no, nuovi argomenti su cui dibattere.
Lascio quindi
al lettore il piacere di dare uno sguardo al mio pensiero, alle mie idee, al
mio modo di vedere la vita.