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venerdì 21 febbraio 2020

Pensieri
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Prezzo € 9,00 (IVA esclusa)
Pensieri è un panphlet filosofico in forma di raccolta aforismatica. Un dizionario di riflessioni e ragionamenti sul mondo, la vita, l'esistenza, la causalità.

ISBN 9780244564056
Copyright Graziano D'Urso (Licenza di copyright standard)
Pubblicato 19 febbraio 2020
Lingua Italiano
Pagine 60
Rilegatura Copertina morbida con rilegatura termica
Inchiostro contenuto Bianco e nero
Peso 0,14 kg
Dimensioni (centimetri) Larghezza: 14,81, altezza: 20,98
Prodotto ID 24437781

sabato 17 febbraio 2018

Pensieri PDF eBook

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Descrizione del Libro
Pensieri è un panphlet filosofico in forma di raccolta aforismatica di Graziano D'Urso. E' un commentario ad oltre settanta riflessioni circa la Conoscenza, il coesistenzialismo, la missione del dotto fichtiana, il retroterra ideologico della Sofiocrazia.

giovedì 18 ottobre 2012

Introduzione


L’uomo si distingue da qualsivoglia altra forma di vita conosciuta sulla Terra, per la capacità di ragionare.
Quelle facoltà cognitive complesse che fondano l’Arte e la creatività in generale, il potere di penetrare il sapere e scrivere nuova inconfutata scienza, i sentimenti che avvicinano o allontanano l’uomo dai suoi simili, sono tutti connotati innati che qualificano in siffatta guisa miracolosa la Creazione.
In questo mio lavoro avrei voluto esprimere al meglio la visione del Tutto, di un Tutto organico e interconnesso da quella linea rossa che collega insieme macrocosmo e microcosmo filosofico: la Conoscenza in tutte le sue forme, caratteristiche e particolarità nell’interpretazione che ne dà l’uomo, esprimendo così al meglio la mia devozione all’analisi del reale ed all’approfondita euristica filosofica sulla natura delle cose.
Ma pur mi rendo conto che non posso che limitarmi (auspicando che sia solo in via temporanea) a quelle frammentarie intuizioni che mi colgono all’improvviso e mi disarmano ed inibiscono da qualsivoglia attività fintantoché non siano state messe su qualsivoglia piattaforma per iscritto.[1]
 Ciò si spiega dal fatto che l’idea di questo scritto sorge né più né meno da una iniziativa su un noto Social Network, curata da me stesso e che solo marginalmente ha conosciuto forme di redazione tradizionali.
Dovendo quindi rinunciare per il momento a redigere una Enciclopedia della filosofia, consacro in questo piccolo libretto quanto io abbia potuto maturare negli ultimi anni del mio primo ventennio di vita.
Si tratta di sparsi e non sempre connessi Pensieri, di più o meno estesa dimensione, con nessuna pretesa se non quella di suggerire nuovi punti di osservazione della realtà, oppure evidenziare visioni già esistenti ma poco prese in considerazione, oltre a lasciare una testimonianza delle idee che mi hanno condotto a scrivere “Il Codice della Chitarra”, il “Vade-Mecum dell’Orchestra Riviera dei Ciclopi”, “Ritmica-Mente”, nonché ad organizzare l’ufficio di Mediazione dell’Orchestra della quale ho avuto l’onore di redigerne il primo Regolamento interno, ed organizzare i vari Corsi di Chitarra e Basso nelle località limitrofe: trattasi di quegli aforismi che stanno alla base della mia filosofia (intesa qui come modo di relazionarmi ed atteggiarmi col prossimo) e del mio procedere etico.
Ciascuna mia attività, dal lavoro al diletto allo studio, ha alle spalle un approccio che non può che derivare dal mio modo di pensare, che è quello che in definitiva pongo in questo mio primo tentativo di composizione filosofica, che emula grandemente quei precedenti storici di raccolte di aforismi e massime.
In larga parte questo scritto costituisce il “retroterra” di quanto io abbia già avuto modo di trattare ne “Il Manifesto Sofiocratico”, con riferimento al governo della Conoscenza: un minuto panphlet di utopia politica, corredato dalla bramosia di una eunomia fondata sullo scibile esasperato.
Dire la propria è un diritto di ciascuno, se ciò non lede i diritti altrui; e se dire la propria può aiutare obiettivamente il prossimo, perché astenersi dal farlo? Le grandi teorie o le importanti scoperte sorgono da inedite intuizioni che possono anche apparire ictu oculi come prive di fondamento, senso o ragionevolezza: la Storia ne è piena di esempi in ambito scientifico, fino alle più recentissime scoperte.
Gli economisti dicono che far qualcosa, anche seppur minima, è sempre meglio di non far nulla; e la mia comprovata repulsione verso l’ozio non può che accogliere in pienezza questo tipo di pensiero.
Ciò si unisce al mio profondo amore verso la filosofia che già cogliendomi a livello scolastico nel triennio del Liceo Scientifico, mi ha irrorato di nuova luce a livello accademico nei primi studi di Giurisprudenza, e proprio per questo ringrazio i miei Maestri che con estrema lucidità mi hanno indirizzato verso la via della ricerca: Prof. Salvatore Bruno e Prof. Salvatore Amato.
Può quindi il mio pensiero essere largamente influenzato dalla filosofia classica greca e tedesca, come anche quella teoretica e quella giuridica, che non esita a tentare delle incursioni nella teoria economica.
Ho forzato con questa disciplina miei scritti precedenti, conferendo un tocco filosofico nelle rime di “Versi Antichi e Rime Nuove”, nel Capitolo V del Libro I di “Xiphonia – La nascita di Akis”, e nelle inapplicabili teorie del “Manifesto Sofiocratico” (come già detto sopra).
Palese è pure l’osmosi filosofica di questo libello col mio primo tentativo informatico di filosofare nel blog “Libero Pensiero”.[2]
Credo che sia giunto il momento di occuparmi ora, in forma di Commentario ai Pensieri, di sola filosofia in questo scritto, tentando la ricercata coerenza tematica che inseguo ormai da tempo, e che non poco ho trascurato, ribadendo che non è stata di facile realizzazione la omogeneizzazione di siffatte tracce, apparendo più che altro l’intera opera come un’amalgama musiva.
Auguro quindi una buona lettura al caro lettore di questo libello, con l’auspicio che sia questo per egli una feconda sorgente di ispirazione del proprio agire.


Graziano D’Urso
Mercoledì 4 Luglio 2012


[1] Già in un precedente tentativo di realizzare un opera dal medesimo tema mi trovai a dover affrontare il quesito di come strutturare il testo e come conciliare i diversi pensieri. Ecco qui di seguito l’introduzione dello scritto inedito “Interpretazione e libero pensiero”: Mi capita talvolta di trovarmi in uno stato di distrazione dalle mie regolari mansioni tale che non riesco a compiere correttamente e diligentemente i miei compiti ed i miei lavori se prima non metto giù su carta ciò che penso, e conferisco corposità e materialità alle mie idee.
Forse penso troppo, forse mi lascio distrarre facilmente, ma mi capita troppo spesso di vedere uno spaccato del mondo relativamente nuovo o che comunque non abbia mai preso realmente in considerazione, e sento poi la violenta necessità di analizzare la mia visione con molta più attenzione e precisione scrivendo.
Questa raccolta saggistica consiste nel mio primo tentativo di costituire un corpo unitario del mio pensiero e della mia interpretazione del mondo, e dei suoi elementi costitutivi, anche i più piccoli, anche se il lavoro qui presentato è decisamente eterogeneo: sono presenti saggi relativamente a temi come la musica, l’arte, la politica, l’amore, la letteratura, la poesia, etc.
L’inconciliabilità dei temi fra essi è tale da non poter essere degna questa raccolta da potersi considerare opera filosofica.
Una volta compreso perché il titolo di questa raccolta prende il nome di “Interpretazione”, è facile dedurre perché si chiami anche “Libero pensiero”: le mie trattazioni rielaborano liberamente argomenti già lavorati per bene dai più grandi studiosi della storia, dei quali sono nate spesso scuole di pensiero anche contrastanti, e se per taluni argomenti ho voluto dire “la mia”, per altri ho voluto costituire nuovi fuochi, nuovi punti di vista, e magari, perché no, nuovi argomenti su cui dibattere.
Lascio quindi al lettore il piacere di dare uno sguardo al mio pensiero, alle mie idee, al mio modo di vedere la vita.