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Postfazione


Postfazione


Concludo questo mio primo lavoro filosofico, sperando che sia apparso gradevole o illuminante, interessante o stimolante, con un ultimo pensiero, il quale riassume il mio divenire nella formazione e concezione della Filosofia sino ad oggi.

"Durante la notte più buia, non appena si avverte il levare della nottola in volo, son davvero pochi i lumi che fan luce: bisogna saper come, cosa, dove e da che angolazione guardare per meglio apprezzare il ravvisabile.
Mi son spesso giovato delle elleni Stelle, di alcune in particolare, ma cercando fra queste in vero la più fulgente; per tanto tempo poi mi son servito della l'alemanna Luna coi tanti suoi spicchi e crateri per osservare il mondo.
E proprio quando il firmamento ad un punto mi apparve tutto oscurato con le nere nubi tutte a coperta, d'un tratto una Saetta, che proprio dall'Oriente sembrava qui tornare, m'illuminò a giorno squarciando l'obnubilante velo sullo stellato cielo su di me, lumeggiando il mondo e gli uomini intorno a me, e facendomi udire finanche il battito dentro di me.[1]

Ci tengo a ringraziare il caro lettore e quanti amabilmente avranno così ricompensato il mio sforzo. Invito tutti alla cura della poesia, della retorica, della musica, ma soprattutto allo studio della filosofia, al suo approfondimento, al suo amore ed alla sua conoscenza affinché la vita di tutti sia più agevole, per una coesistenza più equa e proficua, per un divenire più sobrio, per un mondo migliore.




[1] Il mio caro amico Francesco Di Gregorio non esitò ad individuare nelle allegorie i filosofi classici greci, poi quelli classici tedeschi ed infine, squarciando il velo di Maya, Arthur Schopenhauer.

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